L’addome rappresenta una regione anatomo funzionale esteticamente molto importante, che riveste un ruolo importante nella vita quotidiana e che subisce variazioni con l’avanzare dell’età, ma anche e soprattutto a seguito di oscillazioni di peso corporeo e, per quanto riguarda le donne, come conseguenza di gravidanze plurime e/o gemellari. L’addome pendulo non è solo un inestetismo, ma può celare problematiche funzionali importanti ed invalidanti direttamente correlate alla spesso associata diastasi dei muscoli retti addominali.
La diastasi addominale è una patologia di cui si parla poco ma che, secondo dati recenti, ha un’incidenza del 32,6% ad un anno dal parto. Negli ultimi anni sono nati numerosi siti di informazione, forum e pagine social dedicate all’argomento che raccolgono soprattutto le esperienze personali delle pazienti. Grazie a questi utili strumenti, sono sempre di più le donne consapevoli del disturbo, che si rivolgono al chirurgo generale e/o al chirurgo plastico per risolvere il problema.
La diastasi addominale causa molto spesso disturbi quali mal di schiena, incontinenza, difficoltà digestive e altri. Internet e social network possono informare ma al contempo confondere la donna in cerca di informazioni.
Come deve comportarsi una donna affetta da addome pendulo?
E’ importante che la donna si rivolga ad un chirurgo plastico e/ chirurgo generale che visiti accuratamente la donna e, se necessario, la sottoponga ad una ecografia della parete addominale che escluda la presenza di ernie associate e/o di diastasi dei muscoli retti addominali, quantificandone l’entità. Nel corso della visita il chirurgo valuterà anche le caratteristiche antropometriche della donna e la consistenza e lassità dei tessuti molli della parete addominale e lo spessore del tessuto adiposo a livello della parete addominale. Alla visita iniziale può aggiungersi una ecografia della parete addominale che può meglio definire e quantificare il grado di diastasi muscolare.
Qualora la problematica sia un eccesso di accumulo di adipe a livello della parete addominale può essere sufficiente eseguire la sola lipoaspirazione/liposcultura, mentre quando l’addome pendulo si associ a lassità dei tessuti molli oltre all’eccesso adiposo la donna potrà giovarsi dell’intervento di addominoplastica con o senza reimpianto dell’ombelico associato o meno a lipoaspirazione specie sui fianchi.
L’intervento di addominoplastica riesce a risolvere sia le problematiche funzionali che il disagio estetico, tutt’altro che trascurabile.
Molte donne giovani a seguito di multiple gravidanze e/o di gravidanze gemellari infatti vanno incontro al gravoso problema della diastasi dei muscoli retti addominali, che può essere di varia entità clinica e che può o meno associarsi alla presenza di ernie e/o laparoceli e spesso si presenta con associate lassità dei tessuti molli sovrastanti (cute e sottocute) e/o con eccesso di tessuto adiposo.
Da qui la necessità di delineare un iter diagnostico terapeutico assistenziale preciso che possa prendersi cura di questa tipologia di donna individuando le figure professionali più idonee per la diagnosi e la cura della diastasi dei muscoli retti addominali e di tutte le problematiche che possono associarsi a questa patologia.
La diastasi dei muscoli retti addominali è un allontanamento dei due muscoli retti della parete addominale , che può conseguire ad un aumento della pressione intraaddominale (obesità, gravidanza, laparoceli, ernie…). Nelle forme gravi può essere estremamente invalidante e determinare una erniazione secondaria dei visceri addominali che può deformare il profilo addominale, determinando fino nei casi estremi un aumento volumetrico dell’addome, invalidante oltre che funzionalmente anche esteticamente.
A questo punto sarà possibile proporre alla donna il trattamento migliore che può andare dalla semplice riparazione della diastasi muscolare per via laparoscopica o per via laparotomica tradizionale, con sutura diretta o con applicazione di rete nei casi di grave diastasi fino ad interventi combinati che oltre alla riparazione della diastasi muscolari correggono la lassità dei tessuti molli della parete addominale con una mini addominoplastica o una addominoplastica classica con reimpianto dell’ombelico con o senza associata lipoaspirazione. Non esiste un trattamento unico, ideale per la riparazione della distasi muscolare dei retti ma esistono numerose possibilità chirurgiche, che vanno scelte e ritagliate su ogni singola donna al fine di ottenere il miglior risultato possibile ed associando un buon risultato estetico, che aiuterà la donna a riappropriarsi di una armonica sihloutte corporea.
L’addominoplastica rappresenta un intervento capace di riparare la diastasi muscolare, di correggere il grembiule addominale e rimodellare i profili della parete addominale e dei fianchi.
La diastasi dei muscoli retti addominali può essere trattata nell’ambito del SSN, compresa la correzione del grembiule addominale e di adiposità associate.
L’addominoplastica è un intervento che può avere complicanze tra le quali ricordiamo in ordine decrescente di incidenza:
1) sieroma
2) ematoma e sangunamento
3) deiscenze di ferita
4) infezione
5) necrosi cutanea e/o ombelicale
6) cicatrici visibili
7) sensibilità cutanea prolungata
8) embolia legata all’anestesia
L’importanza di rivolgersi a specialisti chirughi generali e/o chirurghi plastici viene ribadita non solo per l’atto chirurgico in sè ma anche per un corretto proseguio del trattamento postoperatorio adeguato, che risulta fondamentale al fine di ottenere il miglior risultato possibile e ridurre al minimo il rischio di complicanze.
Nel postoperaorio precoce (già poche ore dopo l’intervento) è importante far camminare la paziente, ovviamente con il busto piegato in avanti per non tirare la sutura. Questo accorgimento aiuta ad evitare il pericolo di trombo-embolia e favorisce la circolazione sanguigna e linfatica, prevenendo accumuli indesiderati. Fino alla prima medicazione non è possibile farsi la doccia e occorrerà lavarsi a pezzi. Alla paziente verrà chiesto di indossare una fascia addominale o pancera elasto compressiva, che riduce il rischio di sieromi ed ematomi, previene inoltre il rilassamento dei muscoli e protegge l’incisione. Durante le visite preliminari sarà nostra cura consigliare il modello più adatto che dovrà essere indossato per almeno un mese dopo l’intervento in maniera continuativa. Il riposo è imperativo così come evitare gli sforzi. Può sembrare scontato, ma è fondamentale che la paziente capisca come un movimento sbagliato o eccessivo possa compromettere l’esito dell’intervento. L’attività fisica e quella sessuale potranno essere riprese, ma al momento giusto e procedendo per gradi.
Dr.ssa Angelica Aquinati