Con il trascorrere del tempo il viso tende a perdere tono, soprattutto a livello delle guance e degli zigomi.
La metodica, ormai a diffusione universale, attraverso la quale i medici estetici cercano di limitare e ritardare il fenomeno dell’aging del viso è rappresentato dalla rivitalizzazione della cute e dei tessuti molli del viso mediante le micro inniezioni a ponfo dell’Acido ialuronico. Quest’ultimo presenta certamente una grande capacità rigenerativa nei confronti dei tessuti del volto.
Così molte donne, soprattutto nei paesi occidentali, ricorrono ogni 3-4 mesi al suddetto trattamento, a volte aggiungendovi anche l’impianto sottocutaneo e intradermico di acido Ialuronico a diverso peso molecolare, come filler di pieghe cutanee quali i solchi naso-genieni.
L’acido ialuronico è uno dei componenti fondamentali dei tessuti connettivi dell’uomo e degli altri mammiferi. Conferisce alla pelle quelle sue particolari proprietà di resistenza e mantenimento della forma. Una sua mancanza determina un indebolimento della cute promuovendo la formazione di rughe e inestetismi. La sua concentrazione nei tessuti del corpo tende a diminuire con l’avanzare dell’età.
Pertanto, le iniezioni di acido ialuronico rappresentano un corretto trattamento degli inestetismi generati dall’aging, ma con un limite importante: la temporaneità della correzione che richiede un minimo di almeno 3 trattamenti all’anno, che negli anni incide sulla compliance della paziente, nonché il decrescere lento ma inesorabile e ben “visibile” nel tempo dell’effetto rigenerante e anche di quello volumizzante, quando impiegato come filler.
Per tale motivo, molte donne alla ricerca di un risultato antiaging più duraturo nel tempo, oggi sempre più frequentemente chiedono il trattamento con tessuto adiposo processato.
Con la metodica del lipofilling, il grasso autologo, appositamente trattato, ovvero dopo esser stato “processato” mediante appositi dispositivi medici, viene iniettato nelle zone interessate del volto per restituire al viso nuova definizione.
Il lipofilling è una tecnica chirurgica basata sul reimpianto di microinnesti di tessuto adiposo autologo prelevato da 2 zone donatrici tipiche, addome e cosce, quindi processato mediante tecnologie specifiche capaci di selezionare quella frazione di grasso detta “Frazione vascolo-stromale” o “Nicchia Rigenerativa”, perchè contenente non solo cellule adipose ma anche cellule staminali e fattori di crescita.
Anche l’iniezione di microinnesti di tessuto adiposo costituisce una valida terapia antiaging del viso, al pari dell’impiego dell’acido ialuronico, ma con il vantaggio indubbio di rimanere in sede dopo attecchimento ed integrazione nel tessuto adiposo sottocutaneo, con un conseguente effetto rigenerante ben visibile di almeno un anno, in virtù dello stimolo alla rigenerazione sul derma cutaneo.
Come è noto con il trascorrere del tempo, la pelle del viso subisce una perdita di elasticità, dovuta alla riduzione della produzione di collagene e di una consensuale atrofia del tessuto adiposo sottocutaneo. La forza di gravità e i movimenti muscolari portano, di conseguenza, alla formazione di rughe, pieghe cutanee, segni profondi e cedimenti del contorno del viso, che assume un aspetto sciupato ed invecchiato.
Il lipofilling, che nei casi più gravi può essere anche abbinato al lifting chirurgico, rappresenta una valida soluzione per restituire al volto giovinezza e freschezza, in quanto consente di ripristinare il volume e ridefinire il contorno degli zigomi, dei solchi naso labiali, della mandibola, del mento e delle labbra, con un doppio effetto: volumizzante e rigenerante.
Il reimpianto di grasso autologo trova indicazione anche nella correzione di danni estetici dovuti ad altre cause, come cicatrici da traumi o da interventi chirurgici, di inestetismi cutanei dovuti all’acne, dell’atrofia emifacciale e di alcuni difetti estetici congeniti, come la forma concava della zona temporale.
Dal momento che questa tecnica prevede il solo utilizzo di cellule adipose autologhe, parte del grasso innestato può essere riassorbito fisiologicamente dal corpo, rendendo necessari uno o più piccoli interventi di ritocco, a distanza di alcuni mesi, da eseguire in anestesia locale.
I vantaggi sono indubbi: trattandosi di cellule prelevate dal paziente stesso, non c’è alcun rischio di reazioni allergiche o di intolleranza, inoltre la tecnica è minimamente invasiva: quasi immediatamente dopo il trattamento si torna alle normali attività quotidiane.
Michele Riccio