La Membrana amniotica

La membrana amniotica è un tessuto di origine placentare. La membrana amniotica, in contiguità al corion, rappresenta lo strato più interno del sacco amniotico che circonda l’embrione e, in seguito, il feto. La membrana amniotica a termine ha una superficie che va da circa 700 a 1800 cm2,  un peso di 15-35 grammi e uno spessore variabile da 0,02 mm a 0,05 mm, a seconda delle gestanti e delle diverse regioni dell’amnios. È una membrana traslucida composta da tre strati principali: uno strato epiteliale, una membrana basale spessa ed un mesenchima avascolare. Non contiene nervi, muscoli né vasi linfatici e ottiene i nutrienti e l’ossigeno di cui ha bisogno direttamente dal liquido amniotico e dai vasi di superficie fetali.

Una funzione fondamentale della membrana amniotica è quella di supportare lo sviluppo dell’embrione fornendo una protezione contro le infezioni e contro gli insulti pressori delle strutture circostanti. Svolge anche un ruolo importante durante il parto: l’epitelio amniotico non solo è una delle principali fonti di prostaglandine, soprattutto di prostaglandina E2, ma esprime anche gli enzimi coinvolti nella loro biosintesi come fosfolipasi, prostaglandina sintasi e ciclossigenasi. Dallo strato epiteliale della membrana amniotica sono state isolate cellule staminali pluripotenti.

Proprietà della membrana amniotica

Le proprietà chimico-biologiche sino ad ora conosciute della membrana amniotica sono:

–         antinfiammatorie;

–        antiangiogenetiche

–         antifibrotiche

–         anticicatriziali

–         pro-rigenerative

–         antibatteriche

–         non tumorigenicità

–         assenza di immunogenicità

Inoltre:

–         fornisce una matrice per la migrazione e la proliferazione cellulare;

–         riduce il dolore nel sito di applicazione;

–         fornisce una barriera biologica naturale. Le “Banche della membrana amniotica”, presenti anche nel nostro Paese, sono dei centri specializzati nella raccolta, conservazione, processazione e distribuzione delle membrane amniotiche donate. La selezione delle donatrici avviene secondo le modalità previste dalla normativa sulla sicurezza dei tessuti. Occorre ricordare che, dal punto di vista giuridico, l’utilizzo della membrana amniotica non prevede limitazioni di carattere etico, in quanto il prelievo avviene dopo il parto e non comporta alcun pericolo né per la madre né per il neonato.

Applicazioni cliniche

L’uso della membrana amniotica in medicina ha più di un secolo di storia. Davis fu il primo a utilizzarla nel 1910 nel trapianto di pelle. Successivamente è stata impiegata nel trattamento delle ustioni e delle ulcere cutanee, nella ricostruzione chirurgica di vari organi (vescica, uretra, vagina, tendini, timpano, mucosa nasale, lingua, bocca), nella prevenzione della formazione di aderenze post-chirurgiche, soprattutto addominali e pelviche e nella riparazione dell’onfalocele. In oftalmologia il suo utilizzo è stato segnalato per la prima volta nel 1940 da De Rotth, che impiegò le membrane fetali fresche (amnios e corion) sulla superficie oculare come medicazioni biologiche per la cura dei difetti congiuntivali. Più tardi Sorby e colleghi utilizzarono la membrana amniotica conservata come copertura temporanea nel trattamento delle lesioni oculari caustiche acute. L’uso della membrana amniotica come tessuto, quindi, ha una storia di varie decadi, ma il rinnovato interesse degli ultimi anni è dovuto alla scoperta delle sue cellule staminali. Le cellule amniotiche costituiscono una fonte preziosa di cellule staminali per il trapianto cellulare e per la medicina rigenerativa. Lo strato epiteliale della membrana amniotica comprende cellule che esprimono i marcatori delle cellule staminali pluripotenti e possono differenziarsi in tutti e tre i foglietti embrionali (epatociti e cellule pancreatiche), mesoderma (cardiomiociti, osteociti, adipociti e miociti) ed ectoderma (neuroni e cellule gliali). La membrana amniotica è un biomateriale che ha il vantaggio di poter essere facilmente ottenuto, trasformato e trasportato. Inoltre, grazie alle proprietà antimicrobiche e alla bassa immunogenicità, potrebbe bypassare le complicanze immunologiche dei biomateriali xenogenici. Per tutte queste ragioni è un candidato ideale per la creazione degli scaffolds utilizzati nell’ingegneria tissutale.

Le proprietà di scaffold della membrana amniotica sono state utilizzate dai nostri gruppi in vari campi di applicazione:

–         nell’ambito della rigenerazione nervosa, a seguito di eventi traumatici che hanno comportato un gap dei monconi di amputazione; in questo caso la membrana amniotica è stata utilizzata come scaffold rigenerativo.Le sue proprietà sono state studiate sia dal punto di vista laboratoristico che clinico con risultati di grande rilievo che ci hanno permesso la loro pubblicazione su riviste internazionali (Microsurgery, Novembre 2014: DOI: 10.1002/micr.22306)

–         nelle ulcere vascolari croniche degli arti inferiori, sia di natura venosa che arteriosa, in pazienti con stasi venose prolungate  o arteriopatia obliterante degli arti inferiori. Anche in questo caso, l’associazione di tecniche di chirurgia vascolare e chirurgia plastica, associate all’utilizzo della membrana amniotica ha consentito di portare a risoluzione ferite croniche di lunga durata con risultati stabili a distanza di tempo.

 

Michele Riccio;  Elena Bondioli.

 

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